L'estate è quasi passata. In queste ultime settimane il sito non è stato aggiornato, ma l'attività sui pedali non si è mai fermata. E questo è quello che conta.
Oggi - al solito appuntamento del sabato - siamo in pochi, ma non importa. Puntuali ci mettiamo in strada e siamo tutti d'accordo sulla nostra meta. E' da un po di tempo che stiamo parlando e ragionando sulla valle di Aratu. Conosciamo già qualcosa per sommi capi, ma ci incuriosisce e ci attira. Il primo tratto lo percorriamo sulla strada che costeggia il lago, e che conosciamo alla perfezione, per poi iniziare la salita sul versante di Ovodda. Anche questo tratto lo conosciamo abbastanza bene, ma questa è la nostra prima destinazione di giornata. Da qui infatti vogliamo partire per la nostra "esplorazione" odierna.
Lo scenario è bellissimo. Siamo in un bosco fitto di querce, lecci e sugherete, e la nostra destinazione è il ritorno verso la statale 128, ma senza tornare sulla strada dalla quale siamo arrivati. Il bosco è pulito e ordinato, e i segni del lavoro dell'uomo sono evidentissimi. L'estrazione del sughero e il taglio della legna hanno lasciato una serie di strade e sentieri che adesso formano una ragnatela ricca di possibilità. Partiamo con ò'intenzione di restare quanto più possibile in quota e ci riusciamo senza problemi. Ci troviamo a salire e scendere ma sempre nella giusta direzione. Durante il percorso facciamo più volte il punto sulla cartina e ci fermiamo spesso nelle verande che si affacciano sulla vallata sottostante a godere del paesaggio, così come ci fermiamo nei due nuraghi che troviamo sul percorso. Dopo l'ultimo nuraghe sappiamo di essere molto vicini alla strada, quindi iniziamo a scendere, e in poco tempo arriviamo a destinazione.
Rientrando in paese percorriamo i singles attorno al lago e ragioniamo su ciò che abbiamo visto, soddisfatti di aver scoperto un altro bellissimo angolo del nostro territorio e sicuri che presto ci torneremo...