Oggi è una giornata particolare. Il vento freddo e le temperature rigide dei giorni scorsi hanno lasciato spazio ad una giornata mite e calda per la media della stagione. All'appuntamento delle 14.30 ci fa compagnia un bel sole e mettiamo assieme un gruppo ben nutrito. Si parte e puntiamo verso il lago, e verso la valle di Aratu, che ci attrae e ci stuzzica con le sue infinite possibilità.Facciamo la prima parte di buona lena e intanto si chiacchiera e si decide il percorso da seguire.
Nel primo tratto la strada corre lungo il bordo del lago, per poi seguire il percorso del fiume, che scorre scuro, gonfio e rumoroso, alimentato dalle nevi che in questi giorni si sciolgono sulle cime del Gennargentu. Lungo tutto il percorso vediamo i segni della piena delle scorse settimane, ma è un po più avanti nella vallata che lo scenario diventa più insolito. Nei tratti in cui la strada è più bassa, e corre vicino al fiume, sono chiarissimi i segni della piena. In un paio di tratti è evidente che fiume e strada sono stati - almeno per un po- la stessa cosa. La strada è molto diversa dal solito, in alcuni punti è radicalmente trasformata, così come è trasformato il paesaggio nelle vicinanze. Alcune siepi e cespugli che hanno delimitato i confini dei terreni per decine di anni sono scomparsi, letteralmente strappati via dal fiume. Quello che rimane è uno strato di sabbia, erba e vegetazione brutalmente schiacciato al suolo ed ordinatamente pettinato verso valle. Iniziamo a salire e lasciamo il fiume dietro di noi. Fra una pedalata e l'altra abbiamo deciso dove andare, quindi si pedala, si parla e si scherza. A circa metà della salita che porta in cima ci fermiamo per ricompattare il gruppo, e prendiamo in tutta semplicità una decisione: la cima oggi non è per noi. Sono le quattro e mezzo e abbiamo ancora un ora di luce, che è quella che ci serve per arrivare in cima. Poi dovremmo scendere e rientrare a Gavoi. Non è possibile. Ci manca ancora almeno un ora. Ci raggruppiamo e iniziamo la discesa verso valle, e poi via a casa.